La prigione allestita nell’albergo “Commercio” per cittadini ebrei destinati ai campi di concentramento si trova poco lontano dall’attuale via Sara Levi Nathan, nobile donna pesarese che rese illustre la famiglia inglese Nathan e che, durante il Risorgimento, diede asilo a Giuseppe Mazzini e ai suoi affiliati.
Il figlio, Ernesto Nathan, diviene sindaco di Roma agli inizi del ‘900. Via Levi Nathan – già via “Giudei” in riferimento al ghetto in cui nel XVI secolo vivevano gli ebrei di Forlì – già dal settembre 1938, a seguito dell’avvio della persecuzione fascista degli ebrei, fu rinominata via “XXX Luglio”, in ricordo della visita di Mussolini a Forlì nel 1938 durante la quale il Duce, in un discorso, preannuncia ai segretari federali le leggi razziali di novembre e li esorta ad applicarle.
A seguito dei provvedimenti razziali, a Forlì sono censite e schedate quindici famiglie (43 persone in totale), che sono costrette a vivere ai margini della vita cittadina, escluse dall’esercizio delle professioni, espropriate dei beni, i cui figli sono espulsi dalle scuole e, in generale, sottoposte a una violenta campagna denigratoria sulla stampa.