La scuola di Via Vignatagliata che già da metà ‘800 assolve la funzione di asilo e scuola elementare, dal 1939 al 1943, dopo le leggi razziale, diventa anche scuola media, ginnasio e liceo, dopo un percorso travagliato per avere il riconoscimento ufficiale di Istituto di Istruzione, sotto stretto e rigoroso controllo dal Presidente della Comunità, dal Provveditore agli studi, Commissario dell'ENIMS, e dal prefetto responsabile del Partito Fascista.
Il 5 ottobre 1941 iniziano le regolari lezioni di prima e seconda media e terza ginnasio.
Gli insegnanti sono gli studenti cacciati dalle Università, come Giorgio Bassani che insegnava italiano, storia e storia dell'arte: le sue lezioni hanno sempre avuto una sottile ironia, accentuata dall'atteggiamento distaccato che incuteva un po’ di soggezione negli studenti.
Matilde Bassani, che diventerà una valorosa partigiana, la maestra Alberta Levi Temin, che ha avuto appena il tempo di terminare gli studi superiori prima dell’emanazione delle Leggi Razziali, docenti universitari come l’agronomo Ciro Ravenna, l’anatomopatologo Ettore Ravenna, filosofia e storia vennero affidati a un amico di Benedetto Croce il Professore Ubaldo Lopez. È grazie a questi insegnanti d’eccezione che, nonostante il rigido controllo, il provvedimento di esclusione si trasforma in un’opportunità di approfondire temi e spaziare su argomenti che nella scuola di regime difficilmente si sarebbero potuti trattare.
La scuola resiste fino alla fine del 1943 quando verrà chiusa in seguito a sfollamento di gran parte degli alunni nonché di vari professori – si legge in una lettera al Provveditore agli studi dell’11 novembre 1943. Sfollamento può essere letto come “arresto e deportazione”.