Il Cimitero sorge in un'area che la comunità ebraica di Ferrara acquista nel Seicento, anticamente chiamata Orto degli Ebrei. All'epoca in questa zona prestigiosa della città si potevano ammirare i meravigliosi Giardini della Montagnola.
Le pietre tombali di un piccolo cimitero ebraico situato nella zona di via Arianuova che fu distrutto nel XVIII secolo, sono state incorporate nella colonna sulla quale è collocata la statua di Borso D'Este, accanto al Palazzo del Municipio.
Il portone è opera “delimitato torno a torno da un vecchio muro perimetrale alto circa tre metri, il cimitero israelitico di Ferrara è una vasta superficie erbosa, così vasta che le lapidi, raccolte in gruppi separati e distinti, appaiono nel complesso assai meno numerose di quanto non siano. Dal lato est, il muro di cinta corre a ridosso dei bastioni cittadini...” Giorgio Bassani.
Alcune lapidi sono di notevole pregio artistico. Tra le altre, si ricorda la lapide che indica la sepoltura di Giorgio Bassani, opera di Arnaldo Pomodoro. Ci sono le tombe di alcuni ebrei tornati dai campi di sterminio nazisti fra cui quella di Eugenio (Gegio) Ravenna, arrestato l’8 ottobre del 1943 perché “colpevole” d’essere nato ebreo, condotto a Fossoli (Modena) e di là ad Auschwitz (Slesia), insieme ad altre cinquecento persone, tra cui la madre Letizia Rossi, il padre Gino, la sorella Franca, il fratello Marcello di quattordici anni, le zie Margherita e Milena, le cugine Amelia e Novella. Vi rimase fino all’arrivo dei soldati liberatori dell’armata rossa, il 27 gennaio del 1945.