Caserma Littorio

Ferrara / Persecuzione degli ebrei ferraresi

Caserma Littorio

La Caserma Littorio dopo l’instaurazione della Repubblica Sociale (RSI) diventa sede della Milizia fascista.

Nella notte fra il 14 e il 15 novembre 1943 in poche ore 75 cittadini sono raccolti nella caserma Littorio di piazza Fausto Beretta. I fermati appartenevano a tutti i ceti sociali, ma molti erano i professionisti e i benestanti, per la maggior parte israeliti: fra questi il dottor Umberto Ravenna, ottantenne, l’avvocato Giuseppe Bassani, l’ingegnere Silvio Finzi, il professore Mario Magrini, Vittorio e Mario Hanau, padre e figlio, l’uno di 65 e l’altro di 41, entrambi commercianti di pellami. Fra gli ostaggi c’era anche l’anziana maestra socialista Alda Costa, perseguitata per vent’anni dalla polizia fascista. Fra gli ebrei arrestati anche un giovane di 17 anni Corrado De Benedetti.

Riuniti in un ufficio al primo piano della caserma, i fascisti decidevano chi passare per le armi per vendicare l’uccisione del Federale Ghisellini. Alle 5 del mattino due squadristi entrano nello stanzone dove sono riuniti gli arrestati con un foglietto in mano in cui ci sono i nomi di coloro che poco dopo saranno fucilati presso il muretto di Castello Estense.

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