La città della violenza è la città dei luoghi di detenzione e degli arresti, degli attentati e delle rappresaglie.
Il centro cittadino è saldamente nelle mani dei tedeschi e dei repubblicani e le azioni dei partigiani sono praticamente impossibili: essi si limitano a mantenere le loro reti di collegamenti e di informazioni, ma non possono esporsi troppo. Invece gli occupanti non esitano a mostrare il loro potere e la violenza diventa strategia del terrore. Stragi e “esecuzioni” insanguinano la città: i morti, contro tutte le norme di umana pietà, si lasciano insepolti, a strazio di parenti e passanti inorriditi.