Sul terrapieno tra le antiche mura di Ferrara e viale Alfonso d’Este monumento che ricorda Gerolamo Savonuzzi e Arturo Torboli due degli assassinati all’alba del 15 novembre 1943 (eccidio estense). Per rintracciarlo, partendo dal centro, bisogna percorrere Via Scandiana dirigendosi verso le mura, arrivare in fondo, attraversare dapprima Via Formignana, poi Viale Alfonso I d’Este ed infine salire sul terrapieno.
Il cippo è dedicato all’Ingegnere Capo del Comune Gerolamo Savonuzzi, prelevato nella notte del 14 novembre insieme al ragioniere capo del Comune Arturo Torboli. L’uccisione di Savonuzzi e Torboli, come afferma la storica Antonella Guarnieri, è possibile sia stata decisa durante le riunioni che si tennero fra i fascisti e le autorità pubbliche, nelle ore che precedettero la strage del 15 novembre e che si tratti di una vendetta di alcuni fascisti che approfittarono del clima di tensione e paura che si era venuto a creare. Savonuzzi da sempre socialista era stato eletto assessore nel 1919, ingegnere capo del Comune non aveva mai nascosto la sua avversione al fascismo, Torboli nella sua qualità di ragioniere capo del Comune, nella fase badogliana, secondo le indicazioni prefettizie, aveva proceduto alla liquidazione degli enti del disciolto Partito Fascista e probabilmente nel fare ciò aveva infastidito qualche personaggio che negli anni del regime si era particolarmente arricchito.