È qui dove il 14 novembre del 1943 si radunano gli squadristi di Padova e di Verona partiti dal Congresso di Verona per vendicare l’assassinio del Federale Ghisellini. In uno stanzone al pianoterra della stessa caserma sono trattenuti i 75 cittadini arrestati per essere poi trasferiti al carcere di Via Piangipane e dai quali vengono scelti i martiri della strage dell’alba del 15 novembre. Tra gli arrestati gli antifascisti Primo Canella, Luigi Calderoni, il popolare gelataio "Gigetto", e la maestra Alda Costa, nota militante socialista. Uno degli arrestati, l'avv. Giuseppe Longhi è testimone e memore delle ore trascorse dagli arrestati nel salone al piano terra della caserma.
Gli squadristi di Padova e Verona seguono gli ordini di Franz Pagliani, ispettore regionale del partito legatissimo al console della milizia regionale Zauli, di Enrico Vezzalini, uomo di fiducia di Pavolini, che assume il giorno dopo la direzione del Partito a Ferrara, e il console della milizia Giovanni Battista Riggio. È presente anche il braccio destro di Pagliani, il gerarca bolognese Enrico Cacciari.