Battaglia di Porta Lame

Bologna / Venti mesi ribelli. Resistenza a Bologna

Battaglia di Porta Lame

Nell’autunno 1944 la liberazione della Pianura Padana sembra imminente. Quando il 13 novembre del 1944 il generale Alexander – comandante in capo delle truppe alleate in Italia – comunica via radio l’intenzione di rinviare l’offensiva alla primavera, diverse formazioni partigiane sono già confluite in città e le basi della Resistenza danno rifugio a un elevato numero di volontari in attesa di agire.

All’alba del 7 novembre centinaia di militi fascisti e soldati tedeschi iniziano un rastrellamento nell’area compresa tra Via del Porto, Via Carlo Alberto (ora Via don Minzoni), Piazza Umberto I (ora Piazza dei Martiri 1943-1945), Via Galliera e Viale Pietramellara.

Due soldati tedeschi, attraversando una passerella posta sul canale Cavaticcio (oggi coperto), si trovano di fronte a due palazzine danneggiate dai bombardamenti e apparentemente deserte, ma in realtà occupate da una settantina di partigiani della 7a Gap. Entrati in uno degli stabili fanno appena in tempo a dare l’allarme prima di essere uccisi. In seguito i nazifascisti accerchiano la zona e attaccano con armi leggere e pesanti, incontrando un inatteso fuoco di sbarramento. Dopo sette ore di combattimento gli assedianti chiamano rinforzi e con essi giunge anche un carro armato. Alle 14.00 i partigiani assediati, contando diverse perdite e anche a causa del crollo di una delle palazzine, si ritirano nell’edificio di fronte che, essendo seminterrato, rende inefficace il tiro dell’artiglieria avversaria. Verso le 17.00 i nazifascisti, costretti a riposizionarsi, attaccano nuovamente con l’ausilio del carro armato che sta risalendo Vicolo del Macello. I partigiani, scesi nei locali della lavanderia, percorrono il canale Cavaticcio sino a Via Roma (oggi Via Marconi) coprendosi la fuga con bombe fumogene. Giunti in Piazza Umberto I e Via Marghera (oggi Via Rosselli), dopo un breve scontro con un presidio nemico, si disperdono. Alle 18.00 parte la controffensiva dei 230 partigiani appostati tra le rovine del vecchio Ospedale Maggiore, allora in Via Riva Reno. La battaglia infuria fino a notte inoltrata soprattutto attorno al piazzale di Porta Lame dove i nazifascisti da assedianti si ritrovano assediati.

Mancano notizie sicure sul bilancio finale dello scontro: fonti della Resistenza parlarono di 80 deceduti nelle file nazifasciste durante la battaglia o a seguito delle ferite riportate, mentre tra i partigiani ci furono 12 morti e 15 feriti. I fascisti ammisero 18 morti, mentre i tedeschi mantennero uno stretto riserbo sulle loro perdite

Germana Bordoni intervistata da Liliana Cavani in La donna nella resistenza, 1965

 

I partigiani caduti nella battaglia di Porta Lame

Oddone Baiesi
21 anni, operaio, Brigata 7. Gap
Cadde nell’attacco ai nazifascisti nei pressi di Porta
Lame.

Oliano Bosi
23 anni, colono, Brigata 7. Gap
Cadde nell’attacco ai nazifascisti nei pressi di Porta
Lame.

Nello Casali
17 anni, operaio, Brigata 7. Gap
Fu il primo caduto a causa dell’attacco nazifascista alla
base partigiana in Vicolo del Macello.

Enzo Cesari
18 anni, elettricista, Brigata 7. Gap
Cadde nel corso della battaglia.

Ercole Dalla Valle
17 anni, radiotecnico, Brigata 7. Gap
Cadde mentre usciva dalla palazzina di Via Azzo Gardino
durante l’attacco nazifascista.

Guido Guernelli
38 anni, idraulico, Brigata 7. Gap
Cadde nel corso della battaglia.

Samuel Schneider (per anni conosciuto come John Klemlen)
Aviatore sudafricano abbattuto sui cieli di Bologna, si era
unito alla Brigata 7. Gap
Cadde nel corso della battaglia.

Ettore Magli
19 anni, colono, Brigata 7. Gap
Cadde nell’attacco ai nazifascisti nei pressi di Porta
Lame.

Rodolfo Mori
19 anni, studente, Brigata 7. Gap
Ferito in piazza Umberto I durante lo sganciamento dalla
base di Vicolo del Macello, morì il 14 novembre
all’ospedale di Budrio.

Alfonso Ricchi
19 anni, operaio, Brigata 36. Bianconcini e in seguito 7.
Gap
Cadde mentre raggiungeva una nuova postazione in Vicolo del
Macello dopo aver resistito per ore all’attacco nazifascista che aveva ormai distrutto la prima palazzina in cui i partigiani avevano fissato la loro base.

Alfonso Tosarelli
41 anni, muratore, Brigata 7. Gap
Cadde colpito da una raffica di mitra durante l’attacco
nazifascista in Vicolo del Macello.

Antonio Zucchi
19 anni, operaio, Brigata 7. Gap
Cadde durante l’attacco nazifascista alla base partigiana
di Vicolo del Macello.


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