Monchio-Palanzano / Caio, montagna partigiana: la guerra, la morte e l'amore. Percorso B1

strada vecchia tra Ceda e Antrìa (frazioni di Monchio delle Corti)

Coordinate Tappa: 44.42175300696638, 10.131510873404125

Nel novembre del 1944 la Resistenza era forte e organizzata e, nella prospettiva dell'inverno, l'esercito dei ribelli costituiva un pericolo per le forze nazifasciste che miravano a tenere libere dai partigiani le principali vie di comunicazione, con azioni militari anche contro centri abitati, rappresaglie sistematiche contro i civili, eccidi e stragi contro partigiani e montanari, specie se renitenti alla leva, come Aminta Priori di Ceda (frazione di Monchio delle Corti), catturato a pochi metri dall'abitazione e fucilato il 22 novembre 1944, a 33 anni.

Un cippo, sulla strada vecchia tra Ceda e Antrìa, ricorda quel momento e pure sua sorella Ada, che allora aveva tredici anni, ha ancora impresso nella mente ogni particolare. Andò a prendere la salma, assieme ai suoi genitori, raccolsero un secchio di sangue; Ada aggiunge che il corpo continuava a sudare, non diventava mai freddo.

Quando parla degli assassini di suo fratello, che dopo avergli sparato lo derubarono dei pochi soldi che aveva in tasca, le sale la rabbia: “’N’erne mija tedesch, gh’erne tuti d’italiàn, di sporcaciòn fascista (Non erano mica tedeschi, c’erano tutti degli italiani, degli sporcaccioni fascisti)!” e anche allora sostiene di aver inveito, con l’incoscienza della sua giovane età, contro una pattuglia di fascisti che, quella stessa sera, si presentarono a casa sua, chiedendo del latte caldo perché era novembre e c’era freddo: “Metìgh la stricnina drent, a chi sporcaciòn lì (Metteteci la stricnina dentro, a quegli sporcaccioni lì)!”. Ada dice che allora suo padre, per giustificare la sua reazione, spiegò: “I vostre camerata j’an masà me fiol (I vostri camerati hanno ammazzato mio figlio)” e dice che allora i fascisti se ne andarono.