Uccisioni di partigiani a Funo di Argelato

Nell'autunno del 1944 i fascisti intensificarono le spedizioni mirate contro esponenti della Resistenza grazie alle informazioni ottenute da collaborazionisti o strappate ai prigionieri sotto tortura. L'operazione condotta nella notte tra il 9 e il 10 ottobre a Funo di Argelato, con ogni probabilità, rientra in questa casistica: i partigiani da eliminare, infatti, erano stati individuati con sicurezza. Il colono Adelmo Bernardi, il quindicenne Cesare Grazia e l'operaio Agostino Stagni, nascosto in casa di Grazia, furono prelevati dalle abitazioni, interrogati brutalmente e condotti alla fucilazione verso Casadio di Argelato. Solo Stagni si salvò, riuscendo fortunosamente a fuggire. I fascisti andarono quindi a casa del fornaio Renato Tampellini, identificato come dirigente della Resistenza nella zona di San Giorgio di Piano, e lo uccisero dopo feroci torture. L'ultima vittima della spedizione fu il colono Alfonso Marchesini, anch'egli ucciso dopo essere stato prelevato nella sua abitazione.