Sartoria Paolo Davoli, luogo della cattura

Via F. Filzi n. 29

Paolo Davoli “Sertorio” dopo l’8 settembre 1943, proseguì l'azione propagandistica antifascista e continuò anche il suo lavoro di sarto presso la sartoria dello zio Ennio Agnosi. Per sfuggire alla polizia fascista escogitò diversi stratagemmi per cambiare fisionomia e aspetto come radersi i baffi, o, durante gli spostamenti in bicicletta, coprisi il viso con una sciarpa o indossare un capotto o un tabarro e cappelli diversi. Alla fine di novembre cadde il Comando Piazza e Davoli fu individuato da agenti dell'UPI che lo localizzarono nella sartoria dallo zio. Nonostante precauzioni come quelle di aprire la porta unicamente a persone conosciute e di lavorare nella stanza sul retro, sotto la cui finestra erano stati messi avanzi di sartoria per attutire la caduta in caso di necessità di fuga, fu catturato. Sfortuna volle che un cliente uscendo non chiuse la porta. Non udendo il solito scatto di chiusura della serratura, i due agenti, appostati in strada, entrarono rapidamente. Era il 30 novembre 1944.