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DIZIONARIO BIOGRAFICO online
Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese: 1919-1945
a cura di Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri:

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Glossario

Comitato di liberazione nazionale (CLN) – Viene costituito a Roma il 9 settembre 1943. Formato dai rappresentanti di tutti i partiti antifascisti, chiama gli italiani alla lotta e alla resistenza contro l’occupazione tedesca. Le forze del CLN entrano, nell’aprile 1944, nel secondo governo Badoglio. A Milano si forma il CLN dell’Alta Italia (CLNAI), che coordina le attività delle formazioni partigiane nel Nord occupato. I CLN si diffondono in tutte le province e a vari livelli (anche in piccole realtà o nelle fabbriche), con tempi e modi diversi. Continueranno la loro attività anche nei mesi successivi alla liberazione dell’Italia.

Gruppi d’azione patriottica (GAP) – Nati su iniziativa del Partito comunista, sulla base dell’esperienza della Resistenza francese, i GAP sono formati da piccoli nuclei di partigiani (in genere 4-5 uomini) bene addestrati, con compiti di sabotaggio e di azioni armate nei centri urbani. In alcune province dell’Emilia Romagna, i GAP si sviluppano anche nelle campagne, realizzando un’esperienza originale nella Resistenza italiana. Nella nostra provincia si organizzano in squadre, operanti in sette zone, che fanno riferimento alle aree territoriali di Carpi, Mirandola, Nonantola, Castelfranco, Vignola, Sassuolo e Modena.

Squadre d’azione patriottica (SAP) – Costituite a partire dall’estate 1944 come formazioni di circa 15-20 uomini ciascuna, nascono per allargare la partecipazione popolare alla lotta, e svolgono inizialmente azioni di sabotaggio, fiancheggiando Gap e  Brigate partigiane. Nel modenese, dopo alcuni mesi di attività, anche le SAP sono in grado di svolgere azioni sempre più rischiose, al punto che spesso non è possibile distinguerle, sul piano operativo, dai Gap. Nella primavera del 1945 le due strutture vengono unificate nelle Brigate partigiane della pianura.

Repubblica sociale italiana (RSI) – Denominazione della formazione statuale ricostituita dai fascisti nei territori italiani occupati dai tedeschi (che  escludevano però nove province nord-orientali, passate sotto il diretto controllo germanico).
Un governo fascista provvisorio viene formato dai tedeschi in Germania già dall’8 settembre ’43 (data dell’armistizio con gli angloamericani). Liberato Mussolini (18 settembre), questi è convinto da Hitler a dare vita alla Repubblica, chiamata anche Repubblica di Salò. La definizione “Repubblica sociale” vuole da un lato ribadire il ripudio della monarchia, dall’altro sottolineare la volontà di rivolgersi alle classi popolari. Cessa di esistere il 25 aprile 1945, dopo la liberazione di Milano e del nord Italia.

Partito fascista repubblicano (PFR) – Costituito nel settembre 1943 nei territori controllati dai tedeschi, raccoglie l’adesione di squadristi, nazionalisti e sindacalisti, che sperano di trovare spazio nel nuovo partito dopo le frustrazioni vissute durante gli anni del regime. Il partito non ha una struttura definita né statuto, è rigidamente controllato dall’alto dal segretario Pavolini, che è costantemente in conflitto con altri esponenti della Rsi. Immediatamente vengono formate ‘squadre d’azione’, che iniziano ad arrestare militanti antifascisti e che ben presto verranno affiancate - nella lotta contro i partigiani - da altre formazioni militari e paramilitari (Decima Mas, Banda Koch, Banda carità, SS italiane, Legione Muti).

Guardia nazionale repubblicana (GNR) – Nasce nel novembre del 1943, mentre sono in corso gli arruolamenti per il nuovo esercito di Salò; raccoglie i resti della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (Mvsn), dei carabinieri e della polizia dell’Africa Italiana, rientrata in patria dopo la perdita delle colonie. Svolge essenzialmente compiti di ‘ordine pubblico’. Nel corso dell’estate del 1944 viene logorata da continui attacchi da parte delle formazioni partigiane e da numerose diserzioni, perdendo il controllo di buona parte del territorio della RSI.

Brigate nere – Formate nel luglio 1944 come reazione al crollo della Gnr dopo l’occupazione di Roma e ai colpi ricevuti dai partigiani. Nascono dalla militarizzazione del Partito fascista repubblicano.
In ogni provincia viene costituita una Brigata nera, comandata dal reggente della Federazione fascista. Le brigate sono in permanente conflitto con gli altri corpi militari e di polizia e aggregano anche delinquenti comuni. Normalmente le Brigate nere operano nei centri urbani, uscendone solo per compiere feroci rastrellamenti. Le stesse autorità fasciste segnalano a più riprese azioni illegali, furti, omicidi ingiustificati commessi da loro esponenti.

Razionamento – Assegnazione a ciascun cittadino di una razione fissa di generi alimentari o di uso quotidiano (vedi il sapone), allo scopo di disciplinarne i consumi. Vengono fissate le caratteristiche merceologiche dei singoli prodotti (per esempio, si stabilisce la miscela di diverse farine utilizzabili per la panificazione). Si ricorre anche alla raccolta dei prodotti e alla loro redistribuzione, secondo le necessità locali, determinate dal numero dei cittadini residenti in ogni Comune, suddivisi a loro volta in categorie, con assegnazioni diversificate secondo le varie esigenze: bambini, malati, lavoratori dell’industria, ecc. Il sistema suscita progressivamente numerose proteste per il mancato rispetto degli standard minimi previsti, continuamente ribassati, e per gli abusi compiuti dai gestori del sistema stesso, oltre che per la totale irregolarità nell’approvvigionamento dei generi razionati.

Tessera (annonaria) – Tessera nominale che viene consegnata ad ogni cittadino per ottenere i viveri previsti dal razionamento, con bollini da staccare all’atto della ricezione degli alimenti. Diviene espressione di uso comune per indicare un prodotto scadente o di infima qualità: “L’è pés ch’al pàn d’la tèsèra” (dialettale) = “È peggiore del pane della tessera”.

Mercato nero – Mercato illegale e clandestino di prodotti resi irreperibili dal razionamento, detto anche Borsa nera. La scarsità di approvvigionamento e il calmiere imposto dalle autorità sui generi di prima necessità ne provocano la scomparsa dal mercato ufficiale e li fanno riapparire sul mercato clandestino a prezzi maggiorati, fissati arbitrariamente dai venditori, o borsaneristi.
Il mercato nero, che si estende praticamente a tutti i settori merceologici (anche se quello alimentare resta il più attivo), viene ‘ufficialmente’ perseguito dalle autorità fasciste, che stabiliscono forti sanzioni e punizioni esemplari, ma nella pratica si diffonde enormemente, a vari livelli, e provoca gravi disagi alla popolazione meno abbiente, che non possiede mezzi per accedervi. I partigiani lo combatteranno, spesso con maggiore efficacia rispetto alle autorità, ricorrendo anche a requisizioni e distribuzioni alla popolazione di generi di prima necessità.

Coprifuoco – Proibizione della circolazione in determinate ore del giorno. Erano stabiliti precisi orari di inizio e fine del coprifuoco, che di solito scattava nelle ore serali e notturne. La normativa venne irrigidita con l’intensificarsi della lotta partigiana, così come furono sempre più severamente regolamentati l’utilizzo di mezzi di trasporto privati (comprese le biciclette) e le modalità più comuni di circolazione individuale (si pensi che a Carpi fu persino proibito di indossare mantelli e tabarri e di girare con le mani in tasca).

Oscuramento – Eliminazione o diminuzione nelle ore serali e notturne delle sorgenti luminose di una città, per proteggerla dagli attacchi nemici. L’illuminazione pubblica era eliminata nelle ore notturne; era stato imposto un orario di chiusura anticipata di locali pubblici e di divertimento, come caffè, ritrovi, cinema e teatri, anche in relazione al coprifuoco; l’illuminazione privata all’interno delle case era ridotta e le aperture nei muri schermate, in modo che nessuno spiraglio di luce filtrasse da porte e finestre.

Rifugio – Locale predisposto dalle autorità (ma ne esistevano anche di privati), dove i cittadini sorpresi da un allarme aereo potevano trovare qualche riparo. Di solito vengono ricavati da scantinati o locali sotterranei di edifici pubblici, oppure si scavano specie di trincee in luoghi aperti (come le piazze); in quest’ultimo caso sacchi di sabbia spesso offrono un riparo da schegge e frammenti di bombe.

Profughi – Cittadini provenienti da zone di guerra minacciate da invasione da parte del nemico, per esempio dalle colonie africane o dall’Istria. Dopo il 1943 anche dalle regioni italiane occupate dagli angloamericani. Le autorità cercano di regolamentare il flusso dei profughi distribuendoli in diversi comuni e provvedendo a curare la condizione dei meno abbienti. Le generali condizioni di difficoltà, comunque, non consentono un’assistenza efficace.

Sfollamento, sfollati – Allontanamento di civili da centri popolosi o dalle città, in particolare dopo le prime incursioni aeree. Le famiglie più abbienti (ma anche chi non deve rimanere in città per motivi di lavoro, come le donne e i bambini), cercano di mettersi al sicuro in campagna, pagandosi vitto e alloggio. Ci sono casi di sfollamento forzato: come quelli che riguardano gli abitanti di edifici distrutti o danneggiati dai bombardamenti, che vengono sistemati in locali requisiti dalle autorità, fuori città e spesso in situazioni di fortuna. In ogni caso la presenza di sfollati acuisce le tensioni e i problemi che già investono i centri che li accolgono, in particolare quelli abitativi, dell’approvvigionamento dei beni di consumo, del razionamento e del mercato nero. D’altra parte, gli appartamenti rimasti vuoti in città spesso sono esposti al rischio di requisizioni o furto.

(Glossario a cura di Metella Montanari, Istituto Storico di Modena)